Licenziato il docente che offende studenti e colleghi

La Cassazione ha riconosciuto la gravità delle azioni compiute da un professore all'interno di un liceo, che hanno portato alla compromissione definitiva del rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente

In un liceo, nel 2020 a un docente veniva contestato di aver tenuto comportamenti considerati denigratori verso alunni con esigenze di integrazione, nonché atteggiamenti aggressivi e offensivi verso colleghi e studenti, oltre che nei confronti della dirigente scolastica. Questi eventi hanno portato all'inevitabile minaccia di licenziamento nei confronti del docente.

Il Tribunale ha successivamente ritenuto infondate le accuse mosse contro il docente, ordinando il suo reintegro. Al contrario, la Corte d'Appello ha sostenuto l'amministrazione scolastica, confermando il licenziamento, in quanto gli addebiti sono stati ritenuti provati in base a documenti scritti e testimonianze. In secondo grado, infatti, è emerso che il docente ha mostrato ripetuti comportamenti aggressivi, denigratori e offensivi, insieme al rifiuto di seguire le direttive dei superiori e di partecipare alle riunioni scolastiche. Di conseguenza, sia la scuola che la Corte d'Appello hanno giustificato il licenziamento del docente in base alle molteplici violazioni del “Codice di comportamento”.

Anche la Corte di cassazione ha confermato la decisione dei giudici di secondo grado, respingendo le obiezioni sollevate dalla difesa del docente. Gli atti e le parole riprovevoli del docente all'interno dell'istituto scolastico, come gli insulti ai colleghi e agli studenti e le violazioni del “Codice di comportamento”, hanno confermato la gravità della sua condotta, minando la fiducia del datore di lavoro nei confronti del dipendente.

Pertanto, le condotte riprovevoli del docente hanno portato al suo licenziamento, confermando la legittimità della decisione presa dall'amministrazione scolastica (Cass. n. 16634 del 14 giugno 2024).

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